Alcuni segreti per avere quella pelle naturalmente dorata che in estate ci rende più belli, in forma e di buonumore. In tutta sicurezza.
di Luciana Fratta
L’abbronzatura dona: via il pallore grigio dell’inverno, via le occhiaie, via quelle piccole imperfezioni che ci costringerebbero a lunghe sedute di make up. Abbronzati sembriamo tutti più attraenti, riposati e in forma.
E poi il sole fa bene, ci dà energia e buonumore e aiuta il nostro corpo a sintetizzare vitamina D, preziosa per la salute delle ossa e per il buon funzionamento del sistema immunitario.
Tutto vero! Ma per godere degli effetti benefici del sole, bisogna anche imparare a esporsi senza rischi. Perché l’abbronzatura è per la nostra pelle una reazione di protezione rispetto ai raggi del sole, una reazione da sollecitare gradualmente, filtrando per quanto si può i raggi UVB, responsabili delle scottature, e i raggi UVA, che causano invecchiamento prematuro.
Come raggiungere dunque in tutta sicurezza quell’abbronzatura dorata, che Coco Chanel, dopo secoli di pallore femminile, ha avuto il merito di lanciare come nuova tendenza delle donne moderne?
Primo passo: è necessario conoscere il proprio fototipo, che ci classifica in base alla qualità e alla quantità di melanina – il pigmento responsabile della nostra abbronzatura – presente nella nostra pelle. I fototipi chiari (1 e 2) hanno bisogno di una protezione molto alta sempre; il fototipo 3 ha bisogno di una protezione medio/alta all’inizio, che può diminuire nel tempo; mentre i fototipi scuri (da 4 a 6) possono iniziare da subito con una protezione medio/bassa.
Secondo passo: anche se si utilizza una crema solare è consigliato evitare il sole nelle ore più calde, dalle 12 alle 15. Le ore migliori per abbronzarsi senza scottarsi sono quelle del mattino, dalle 8 alle 11, e del tardo pomeriggio, dopo le 17.
Terzo passo: la crema solare va applicata almeno mezz’ora prima di esporsi, per poter esercitare la sua azione e, in caso di esposizione prolungata, almeno ogni due ore. Anche dopo il bagno è sempre meglio applicarla di nuovo.
Quando si parla dei più piccoli, poi, le attenzioni vanno raddoppiate, per la delicatezza della loro pelle. L’esposizione al sole deve essere molto graduale e solo nelle ore meno calde, mentre la crema solare con un fattore di protezione elevato è consigliabile abbia filtri solari minerali piuttosto che chimici, ritenuti controversi da molti dermatologi.
E se il solare fosse avanzato dall’estate scorsa? La durata dei solari è indicata dal PAO (period after opening), di solito 9/12 mesi dall’apertura, ma in caso di un prodotto quasi intero, conservato ben chiuso e al fresco, è possibile fare un piccolo test di verifica per vedere se può ancora essere utilizzato. In caso di odore modificato o componenti separate, purtroppo non può che essere gettato via, smaltendolo negli appositi contenitori per farmaci scaduti, data la presenza di sostanze potenzialmente inquinanti per l’ambiente. Se invece questo non è successo, il solare potrebbe essere recuperato come crema protettiva o idratante per il corpo.