Giovanni Gastel, il ritrattista del mondo

Pubblicato il 17/02/22
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La Triennale di Milano rende omaggio al grande fotografo scomparso nel 2021 con due mostre che raccontano due lati della sua multiforme carriera dedicata a ritrarre la bellezza che lo circondava, nelle persone e negli oggetti.

di Davide Vivaldi


Due percorsi espositivi per raccontare un fuoriclasse della fotografia recentemente scomparso, nato e vissuto a Milano e capace di coniugare l’impegno professionale nel mondo della moda e la ricerca personale. Triennale Milano rende omaggio a Giovanni Gastel (1955 - 2021) attraverso due mostre visitabili fino al 13 marzo 2022.

The People I Like – realizzata in collaborazione con il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo – presenta oltre 200 ritratti di persone del mondo della cultura, del design, dell'arte, della moda, della musica, dello spettacolo e della politica incontrati da Gastel nel corso di una carriera quarantennale. Tra i personaggi ritratti figurano Barack Obama, Marco Pannella, Franca Sozzani, Giorgio Forattini, Ettore Sottsass, Germano Celant, Mimmo Jodice, Bianca Balti, Roberto Bolle, Fiorello, Luciana Littizzetto, Mara Venier, Bebe Vio, Zucchero, Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Monica Bellucci, Miriam Leone, Carolina Crescentini.

I gioielli della fantasia, in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea, presenta invece uno dei primi lavori che ha dato a Giovanni Gastel la notorietà internazionale. Sono infatti esposte 20 immagini appartenenti a un più ampio progetto commissionato all'autore da Daniel Swarovski Corporation nel 1991 per l'omonimo libro e la mostra di gioielli del XX secolo, entrambi curati da Deanna Farneti Cera.

"Giovanni Gastel è stato un sofisticato ritrattista del mondo – afferma Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano – Non solo visi, ma corpi, mode, gioielli, tessuti, ambienti. Con un sorriso, faceva sembrare facile il gesto infallibile e preciso di un grande fotografo. Il suo lavoro si è intrecciato più e più volte con i percorsi di Triennale, cui aveva regalato idee, progetti e ispirazioni. Con queste due mostre la nostra istituzione rende il primo doveroso omaggio a questo genio generoso e scanzonato che Milano e l'arte hanno perso troppo presto."