Il Lambrusco è il vino rosso italiano più diffuso in Italia e tra i primi nel mondo

Pubblicato il 11/10/21
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Vigneto di Lambrusco

Un primato che il Consorzio di Tutela Lambrusco DOC vuole consolidare con un nuovo marchio capace di raccontare tutte le sfumature colorate della sua uva.

di Roberto Rignanese 


Il Lambrusco ha un nuovo marchio. La nuova identità visiva fonde alcuni degli elementi essenziali del territorio e del vino che rappresenta, con le tonalità di colore che il Lambrusco assume a seconda delle tante anime di quest’uva: dal rosa chiaro al rubino, fino al porpora e a quelle che richiamano i caratteristici piccoli frutti rossi, il cui aroma è uno dei fattori più identificativi delle sue bolle.

Il capolettera “L”, l’iniziale di Lambrusco, è poi posizionato all’interno del nuovo brand dalla forma sinusoidale. “Una forma che vuole richiamare il movimento brioso delle bollicine presenti in tutte le versioni di Lambrusco e, allo stesso tempo, ricorda quasi un sigillo, come quelli in ceralacca che chiudono le lettere e i doni più intimi e preziosi.

 “Esistono tanti vitigni di lambrusco – spiega il Direttore del Consorzio Tutela Lambrusco, Giacomo Savorini con colori e sentori diversi, che possono veicolare esperienze completamente differenti e che, grazie alla loro versatilità e ampia gamma di referenze di qualità, si possono perfettamente abbinare a diverse e numerose tipologie di cucina”.

Per queste sue caratteristiche il Lambrusco si abbina facilmente non solo alla classica cucina emiliana, ma si sposa con antipasti, primi piatti e secondi di pesce – nelle versioni rosate – si accompagna a un tonno alla piastra o in tartare – nelle versioni rosso rubino tenue – e si trova particolarmente bene con la cucina piccante come quella messicana o ancora con il BBQ – nelle versioni di Lambrusco rosso scuro con orli violacei e con un tannino più marcato.

 Tra i progetti del Consorzio c’è quello di ampliare la sua presenza in nuovi mercati. Oltre all’Italia – scendendo nel dettaglio dei Paesi esteri – la Germania e gli Stati Uniti rappresentano i mercati dai volumi più importanti. Tra quelli emergenti abbiamo Asia, Cina, Giappone e Sud America, con il Messico e il Brasile. Il Lambrusco continua a trovare nuovi appassionati, sia attraverso le versioni classiche che in quelle più raffinate, per questo è importante proseguire la sua promozione informando il consumatore delle sue particolarità.

Per fare ciò il Consorzio Tutela Lambrusco punta sul rendere “I Giovani del Lambrusco” ambasciatori dell’economia locale.

Si tratta di figli di produttori che mediamente parlano perfettamente due lingue, conoscono il prodotto e sono desiderosi di condividere con nuovi consumatori, più attenti e curiosi, la nostra grande tradizione – spiega il Presidente del Consorzio Claudio Biondi – Con i "Giovani del Lambrusco" è in corso un progetto a livello internazionale che prevede una serie di degustazioni digitali tra Giappone e Stati Uniti, i quali stanno apportando elementi d’innovazione e cambiamenti molto significativi”.

L’intento del Consorzio è inoltre quello di continuare a promuovere le sinergie produttive dell’intero territorio e di affrontare le difficoltà dei mercati con strategie che coinvolgano tutti gli attori di una filiera che vuole offrire anche ai nuovi consumatori la sua grande tradizione.

  

Il Consorzio Tutela Lambrusco Doc

Il Consorzio rappresenta 70 produttori e otto denominazioni tra Modena e Reggio Emilia: Lambrusco di Modena DOC, Lambrusco di Sorbara DOC, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC, Reggiano DOC, Colli di Scandiano e di Canossa DOC, oltre a Reno DOC e Bianco di Castelfranco Emilia IGT, per un totale di circa 16.600 ettari vitati e una produzione che, nel 2020, ha superato i 57 milioni di bottiglie di Lambrusco DOC.

Il Consorzio nasce dall’operazione di fusione per incorporazione dei tre precedenti enti di tutela del famoso vino emiliano, ovvero il “Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena”, il “Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini DOP Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa” e il “Consorzio di Tutela Vini del Reno D.O.C.”.

“Quello che ha portato all’unificazione del variegato mondo del Lambrusco è stato un percorso molto lungo: ora la sfida è definire le strategie di comunicazione e i progetti di promozione più efficaci, sia a livello nazionale che internazionale, continuando ad apportare un contributo in un settore che, come tutti, ha subito i contraccolpi della recente pandemia”, commenta il Presidente Claudio Biondi.

Il Consorzio lavora in sinergia con il Consorzio Tutela Vini Emilia, con cui condivide la stessa sede. Quest’ultimo organizza e coordina le attività delle categorie interessate alla produzione e alla commercializzazione dell’Indicazione Geografica Emilia, che rappresenta una produzione di circa 140 milioni di bottiglie di Lambrusco IGT.