Robert Doisneau, storia e opere di un insaziabile pescatore di immagini

Pubblicato il 02/11/21
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Fotografia in bianco e nero di Robert Doisneau, Mademoiselle Anita, ragazza con mano amputata.

Rovigo rende omaggio al grande maestro della fotografia capace di catturare l’essenza e la verità dalle piccole emozioni quotidiane.

di Costanza Mozzachiodi 


 Palazzo Roverella di Rovigo rende omaggio al grande maestro della fotografia francese con una mostra originale, capace di rivelare al pubblico opere capaci di catturare piccoli e grandi momenti di quotidiana felicità.

Tutti conoscono Il bacio dall’Hotel De Ville, la sua opera più famosa. Venne scattata nel 1950, durante un servizio fotografico per la rivista “Life”. Il bacio ferma un attimo, costruisce l’eternità di un momento. Intorno alla coppia si muovono la frenesia, il rumore e l’indifferenza della città che vuole dimenticare in fretta le atrocità della guerra. La foto non è rubata, il fotografo chiese ai due ragazzi, incontrati per caso, di posare per il servizio. Con quel bacio voleva tramandare l’autenticità, la nudità e la trasparenza delle emozioni. Quel bacio costruito raccontava la verità di un sentimento universale.

Insieme a Henri Cartier-Bresson, Doisneau è considerato uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada: con il suo obiettivo cattura la vita quotidiana delle donne e degli uomini che popolano Parigi e la sua banlieue. Cerca la fragilità, l’inquietudine, la bellezza, l’intensità fuggevole di un momento.

La mostra a Palazzo Roverella abbraccia la sua opera senza offrire distinzioni cronologiche né alcun criterio di genere o tema, affiancando fabbriche, banconi di bistrot, portinerie, cerimonie, club di jazz, scuole o scene di strada. Un racconto attraverso 130 stampe ai sali d’argento in bianco e nero, provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montorese. È in questo atelier che il fotografo ha stampato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, ed è lì che si è spento nel 1994, lasciando un’eredità di quasi 450.000 negativi.

Ricordava l’artista: “Quello che cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”.

 

 

ROBERT DOISNEAU

A cura di Gabriel Bauret

Rovigo, Palazzo Roverella

23 Settembre 2021 - 30 Gennaio 2022

https://www.palazzoroverella.com/mostra/robert-doisneau/