Tartarughe di terra: come prendersene cura

Pubblicato il 10/05/19
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Tartaruga

Un particolare animale con il quale possiamo coabitare sono le tartarughe, simpatici rettili caratterizzati dal bel carapace che ne protegge il corpo. Le razze più comuni di tartarughe piccole sono la Testuggine Graeca, una specie protetta da acquistare in allevanti con regolare certificazione. La più diffusa in assoluto è la tartaruga di Hermann (Hermanii), il genere di terra più diffuso in Italia e nel bacino mediterraneo, non eccede nelle dimensioni e può raggiungere il secolo di età. Per il possesso di una o più tartarughe è necessario il certificato CITES per evitare multe salate.


Luogo ideale dove vivere

In giardino, meglio se recintato, vanno individuati luoghi dove luce e ombra sono a pronta disposizione e potrete collocare la sua abitazione composta da una casetta in legno per riposare e passare il periodo del letargo, con uno spazio che permetta di muoversi senza costrizioni. La vegetazione deve garantire ombra, quindi se non basta potrete piantare un cespuglietto o altre specie arboree che aiutino a questo scopo. La tartaruga richiede di stare appartata anche a condizioni normali, se si sente minacciata invece si ritrae nel carapace. Se invece avete intenzione di tenerle in casa dovrete procurarvi un terrario di dimensioni sufficienti a garantire una adeguata mobilità. Sono animali che hanno bisogno di luce diretta e al contempo avere dei luoghi in ombra dove riposare al fresco; una lampada con raggi UV potrà sopperire alla mancanza di luce solare.


Alimentazione tartarughe

Questa deve essere sempre garantita, ma in maniera moderata, perché la nostra amica col guscio ha lo stomaco un po’ delicato ed è vegetariana. Erba di campo, scarola, prezzemolo, radicchio, erba medica e cicoria sono i piatti preferiti. Va bene la frutta ma con moderazione. Una fragola, un paio di ciliegie o un pezzo di melone la faranno contenta, come per i fichi e le albicocche. Evitate invece tutti i cibi di origine animale e i derivati.


Attenzione alla salute e… buonanotte, ci ritroviamo in primavera!

Le tartarughe più comuni che hanno compiuto almeno 2 anni, vanno in letargo in un periodo compreso tra novembre e aprile. Che sia in casa o in giardino l’importante è un ambiente con della terra e protetto con temperatura tra 5-10°C. Se la temperatura è inferiore a 5°C la tartaruga può morire, mentre se si superano 10°C il metabolismo rischia di accelerarsi e non nutrendosi per il periodo di letargo rischia la morte. Pesate sempre la tartaruga periodicamente e in particolare prima del letargo. In tempi di stravolgimenti climatici monitoratela senza essere invasivi. Per quanto riguarda le malattie non sono animali comunicativi e non vi daranno alcun segnale, quindi si deve fare molta attenzione ai sintomi. Alimentazione corretta e un ambiente tranquillo sono un’ottima prevenzione. Mangiare verdure povere di calcio, carenti di vitamina D3, o la non esposizione ai raggi UVA, può portare a problemi ossei. I sintomi che si affacciano sono diversi e vanno dall’anoressia, arresto della crescita, fino alla deviazione del carapace, che insieme al piastrone, cioè la parte che sta a terra, possono diventare molli. La carenza di vitamina A causa l’ipertrofia di bocca e unghie. Queste crescono costantemente e quindi hanno bisogno di superfici che favoriscano l’abrasione mentre si muovono. In questo caso evitare ortaggi troppo morbidi. Le tartarughe possono incorrere nella polmonite, cattiva respirazione e inappetenza sono i sintomi. Anoressia e alterazioni del senso dell’appetito sono sintomi anche dell’infiammazione del cavo orale che porta alla stomatite. Il carapace si danneggia in genere con forti traumi.

In tutti i casi elencati, se avete dubbi, non esitate a contattare un veterinario.

E ora più veloci di una tartaruga ad acquistarne una!